Cosa significa LGBTQIA+: guida per genitrici, genitori e insegnanti

L’acronimo LGBTQIA+ rappresenta un universo di identità e orientamenti sessuali che può risultare complesso per coloro che non sono familiari con le differenti esperienze umane.
Questo articolo – insieme alla rubrica di cui fa parte – mira a esplorarne il significato fornendo una guida approfondita ed empatica. Il suo scopo è rivolto non solo a tutte le persone smarrite di fronte a parole e acronimi sconosciuti ma, soprattutto, a interrompere il ciclo di discriminazioni che le persone LGBTQIA+ sono costrette ancora a subire a causa di pregiudizi basati sull’ignoranza. Riconoscere che l’apprendimento è un percorso continuo nella vita di un individuo – a prescindere dall’età – può rappresentare un vantaggio significativo per la vita sociale di tutte e tutti noi.
Fatta questa premessa, entriamo nel dettaglio dell’acronimo.

Cosa significa LGBTQIA guida per genitrici genitori e insegnanti

“L”: lesbica

La “L” identifica le persone lesbiche. Le persone lesbiche sono donne che sperimentano attrazione affettiva e/o sessuale verso altre donne. La parola lesbica non è una parolaccia e sì, si può – si deve – usare ad alta voce. Le lesbiche portano tacchi e/o scarpe da ginnastica e no, non tutte hanno una camicia a quadri nel proprio armadio. (Io, per esempio, non ne ho mai avuta una). Se pensate di poter capire l’orientamento sessuale di una ragazza in base al suo modo di vestire, state cadendo nella trappola degli stereotipi.
Le lesbiche non sono “uomini mancati” e non sono lesbiche perché “non hanno trovato l’uomo giusto”. Non si è lesbiche per una causa, lo si è e basta. Come per le persone etero.
Le lesbiche sono semplicemente donne a cui piacciono altre donne. Fine.
Mentre scrivo queste parole, rifletto sulle molteplici volte in cui ho dovuto ripetere, nella mia vita, questa dichiarazione ovvia e mi sforzo di far comprendere quanto sia scoraggiante e frustrante dover ribadire concetti così elementari per contrastare gli stereotipi. Scriverò un articolo su questo tema perché merita attenzione. Se leggendo queste parole provate un senso di orticaria irrefrenabile, probabilmente il livello di omofobia che avete in corpore è più alto di quanto immaginiate.

La buona notizia è che esiste una cura: conoscere. Diventa fondamentale per genitrici, genitori e insegnanti comprendere che l’amore e le relazioni possono manifestarsi in molteplici modi e coltivare l’apertura mentale nelle vostre vite aiuterà anche quella delle generazioni successive.

“G”: gay

La “G” rappresenta gli uomini gay, persone attratte emotivamente e/o sessualmente da altri uomini. Pertanto, il termine gay si riferisce esclusivamente agli uomini e non comprende entrambi i generi. Non è dunque un termine generico. Un uomo gay non è “una donna mancata”. L’unico elemento fondamentale mancante nella vita di una persona omosessuale è una società che sia libera dalle discriminazioni. Dire “fr*cio” a una persona rappresenta violenza e discriminazione, equiparabile a dire “neg*o”. Se l’impossibilità di esprimere tali insulti è motivo di sconcerto per alcune persone, è indicativo di una mancanza di sostanza di tali soggetti. Consiglio: teneteli lontani dalle vostre vite. Educare e aumentare la consapevolezza sono elementi fondamentali per dissipare i pregiudizi e favorire ambienti inclusivi, dove l’amore, le relazioni e le persone non sono vincolati agli stereotipi di genere.

“B”: bisessuale

La “B” comprende le persone bisessuali che possono provare attrazione sia per uomini che per donne. No, non sono persone confuse. No, non si è bisessuali in gioventù e poi si cresce e si “torna” eterosessuali. La bisessualità non è una fase. Pensare in questo modo significa pensare in modo eteronormativo (torneremo su questo termine). Se sei un uomo e la tua compagna ti dice che è attratta dalle donne non è l’inizio di un porno ma potrebbe essere la fine della vostra relazione quindi prendila sul serio. Le persone bisessuali esistono e sono anche molte di più di quello che crediate. Alle persone adulte viene chiesto, di supportare la comprensione delle sfumature della bisessualità, incoraggiando il rispetto per le differenze delle esperienze umane.

La “T” di LGBTQIA+ sta per transgender

“T” si riferisce alle persone transgender, persone il cui genere in cui si identificano non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Comprendere le sfide e i bisogni delle persone transgender è essenziale per costruire ambienti scolastici e domestici inclusivi. Queste persone spesso sono particolarmente vulnerabili all’ostilità, in gran parte a causa dello stigma e dell’ignoranza ancora diffusi. Un esempio eloquente di questo stigma emerge quando si menziona una persona transgender: spesso l’associazione automatica riguarda aspetti negativi come droga e prostituzione.

Questa associazione negativa costituisce uno stigma, un marchio che non tiene conto della realtà di individui transgender che possono essere studentesse, studenti, professioniste, professionisti o bambine e bambini. Nell’immaginario collettivo, la rappresentazione predominante di una persona transgender si lega erroneamente a situazioni criminali riportate dai media, complice la cattiva informazione dei media. Riconoscere questa vulnerabilità – non data dall’identità di genere non conforme alle aspettative sociali ma da un ambiente ostile – sottolinea l’importanza di adottare misure per proteggere e sostenere le persone transgender, promuovendo ambienti rispettosi e consapevoli.

Cosa significa la “Q” di LGBTQIA+?

“Q” sta per queer. Il termine queer ha una storia complessa e ha subito diverse evoluzioni nel corso del tempo. In origine, era utilizzato come un termine offensivo per riferirsi alle persone omosessuali. Tuttavia, a partire dagli anni ’80, la comunità LGBTQ+ ha iniziato a riappropriarsi del termine, utilizzandolo come un modo di sfidare le categorie binarie di genere e sessualità. Negli anni ’90, il termine “queer” è stato adottato come un’etichetta politica e culturale che abbraccia l’identità e l’espressione di genere al di fuori delle norme tradizionali.

Cosa significa “I” di LGBTQIA+ ?

La “I” designa le persone intersex, nate con caratteristiche fisiche, ormonali o genetiche che non rientrano nelle aspettative tradizionali legate al sesso. Eliminare la stigmatizzazione intorno all’interessualità richiede consapevolezza e comprensione. Molte persone non sono consapevoli della diversità intersessuale o non hanno accesso a informazioni accurate sulla questione. La mancanza di consapevolezza porta inevitabilmente a pregiudizi e a ignoranza, contribuendo all’invisibilizzazione e alla costruzione di un contesto sociale ostile.

E la “A” di LGBTQIA+ ?

La “A” può rappresentare le persone a-sessuali, che non sperimentano attrazione sessuale, o a-romantiche, che non sperimentano attrazione romantica. Sensibilizzare su queste identità aiuta a sfidare pregiudizi e favorisce un ambiente accogliente. In una cultura come la nostra che vede nella vita di coppia una delle realizzazioni sociali più riconosciute, diventa difficile per le persone a-sessuali e a-romantiche sostenere la pressione sociale.

E quel “+” di LGBTQIA+ ?

Il “+” finale include identità e orientamenti sessuali che potrebbero non essere inclusi nelle lettere specifiche dell’acronimo. Questo simboleggia la continua evoluzione del linguaggio per abbracciare i differenti modi di essere persone individui nel mondo.
Se, al termine della spiegazione di quest’acronimo, avverti di aver colmato una lacuna e nutri la curiosità di esplorare ulteriori argomenti, possiedi già un germoglio dentro di te; confido nel fatto che la continua lettura di questo blog possa arricchirti ancora di più. Se, invece, ritieni superfluo addentrarti perché “siamo tutti uguali e non esistono discriminazioni e bla bla”, ti incoraggio a restare, poiché sono qui proprio per te. Forse non hai avuto l’opportunità di informarti nel corso della tua vita, oppure temi di confrontarti con la realtà perché potrebbe essere dolorosa.

Conclusioni:
Comprendere l’acronimo “LGBTQIA+” (che talvolta troverete anche nella forma ridotta LGBT o LGBT+) non è solo un passo verso la consapevolezza, ma un contributo significativo alla costruzione di un mondo più equo. Noi tutte persone adulte giochiamo un ruolo cruciale nel plasmare le mentalità delle nuove generazioni.
Comprendere il significato di LGBTQIA+ non solo è importante perché viviamo in una società costituita da differenti identità, ma anche perché, potremmo essere noi stesse o noi stessi a trovarci di fronte a situazioni inaspettate.

Non sappiamo se, nel corso del tempo, nostro figlio, nostra figlia, un compagno di scuola di nostro figlio potrebbero rivelare di non rispecchiare le aspettative sociali. Essere informati su queste tematiche ci consente di essere persone preparate e di garantire un sostegno amorevole, contribuendo a creare un ambiente in cui ogni persona possa essere se stessa senza la paura di giudizi. È un modo per costruire relazioni solide e per insegnare alle nostre persone care che saranno accettate indipendentemente dalla propria identità di genere o dal proprio orientamento sessuale.

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