Violenza

Crescere nella violenza: quando la casa non è un luogo sicuro

La violenza domestica è un fenomeno sommerso, spesso taciuto, che si consuma all’interno delle mura familiari e colpisce innumerevoli donne, uomini, bambine e bambini. Per i più piccoli, crescere in un ambiente segnato da tensioni, abusi fisici e psicologici non significa solo vivere nella paura, ma porta con sé conseguenze devastanti sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo. Cosa accade quando la propria casa, che dovrebbe essere un rifugio sicuro, fa paura? Quando l’ambiente domestico diventa una fonte di insicurezza invece che di protezione, le bambine e i bambini si trovano costretti a convivere con il terrore e l’incertezza.

Un’infanzia segnata dalla paura

Le bambine e i bambini che assistono alla violenza domestica, o che ne sono vittime dirette, vivono costantemente in uno stato di allerta. I rumori improvvisi, il tono della voce che si alza, il suono di oggetti che si infrangono: tutto diventa un segnale di pericolo. L’angoscia di non sapere quando si verificherà il prossimo episodio di violenza genera un senso di insicurezza profondo, che accompagna le bambine e i bambini anche fuori dall’ambiente domestico.

Studi psicologici evidenziano che l’esposizione alla violenza può compromettere il normale sviluppo del cervello, aumentando il livello di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo può portare a difficoltà di apprendimento, problemi di concentrazione e maggiore vulnerabilità a disturbi emotivi come ansia e depressione.

I ruoli imposti dalla violenza

Un aspetto particolarmente complesso riguarda il ruolo che le bambine e i bambini finiscono per assumere all’interno della dinamica familiare. Molti cercano inconsapevolmente di adattarsi alla situazione per sopravvivere emotivamente. Alcuni provano a fare da mediatori, cercando di riportare la calma nei conflitti familiari e assumendosi responsabilità che non dovrebbero spettare a loro. Altri si sentono spinti a proteggere il genitore che subisce la violenza, anche a costo di mettersi in pericolo. C’è chi, invece, sceglie di rendersi invisibile, evitando ogni coinvolgimento e sperando che, restando in silenzio, il dolore e la paura passino più in fretta.

Questi meccanismi di adattamento possono sembrare funzionali nell’immediato, ma a lungo andare influenzano il modo in cui bambine e bambini percepiscono sé stessi e il mondo, rendendo più difficile costruire relazioni sane e sicure.

Le conseguenze sulla crescita emotiva e sociale

Una casa segnata dalla violenza influisce sulla capacità di riconoscere ed esprimere le emozioni. Molte bambine e molti bambini crescono senza sviluppare la capacità di gestire la rabbia o la tristezza in modo sano, rischiando di replicare schemi violenti nelle proprie relazioni future.

Cosa succede a scuola

Quando la propria casa fa paura, anche il rendimento scolastico ne risente: bambine e bambini possono avere difficoltà a concentrarsi, sviluppare ansia o mostrarsi aggressivi. Il disagio vissuto tra le mura domestiche può emergere in modi diversi. Alcune bambine e alcuni bambini possono mostrare difficoltà nel rispettare le regole, reagire con rabbia o avere comportamenti oppositivi. Altri, invece, tendono a isolarsi, rimanere in disparte e avere difficoltà nel creare legami con compagne, compagni e adulti di riferimento.

Gli insegnanti, le educatrici e gli educatori hanno un ruolo importante nell’osservare questi segnali e nell’offrire un ambiente sicuro e accogliente. Creare uno spazio di ascolto, senza giudizio, può fare la differenza per chi non ha ancora trovato le parole per raccontare ciò che vive. E, nei casi più critici, segnalare il disagio a chi di competenza è un passo fondamentale per garantire protezione e supporto adeguato.

Come possono intervenire le persone adulte?

La responsabilità di spezzare il ciclo della violenza non può ricadere sulle bambine e sui bambini, ma sulle persone adulte che li circondano. Insegnanti, educatrici, educatori e figure di riferimento devono imparare a riconoscere i segnali di disagio:

Cambiamenti improvvisi nel comportamento.
Difficoltà scolastiche inspiegabili.
Paura di tornare a casa o ansia ingiustificata.
Tendenza a proteggere il genitore vittima.
Se si sospetta che una bambina o un bambino viva in un contesto violento, è essenziale segnalare la situazione ai servizi sociali o alle autorità competenti, garantendo protezione e supporto adeguati.

L’importanza di un’educazione affettiva ed emotiva

Affinché le nuove generazioni possano costruire un futuro libero dalla violenza, è fondamentale investire nell’educazione emotiva. Parlare di emozioni, insegnare l’empatia e fornire strumenti per la risoluzione pacifica dei conflitti aiuta a contrastare la normalizzazione della violenza.

Le scuole dovrebbero integrare programmi di prevenzione, promuovendo la cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere. Per le bambine e i bambini che hanno vissuto esperienze traumatiche, percorsi di supporto psicologico possono essere decisivi per rielaborare il dolore e riscrivere il proprio futuro.

Rompiamo il silenzio, cambiamo il futuro

Crescere in un ambiente violento lascia ferite profonde, ma non deve essere una condanna a vita. Ogni bambina e bambino ha diritto a sentirsi al sicuro nella propria casa, ad avere persone adulte di riferimento che li proteggano e a costruire un futuro libero dalla paura.

Se sei un’insegnante, un’educatrice o un educatore, un genitore e sospetti che una bambina o un bambino stia vivendo una situazione difficile, non voltarti dall’altra parte. A volte, basta un adulto che si accorge, che tende una mano, che ascolta senza giudicare, per fare la differenza.

La violenza domestica non è solo un problema familiare, è un problema di tutta la società. E se vogliamo davvero cambiare le cose, dobbiamo iniziare a parlarne, a rompere il silenzio e a insegnare alle bambine e ai bambini che l’amore non fa paura, non fa male e non si impone con la forza.

“Questo articolo non sostituisce il supporto di una o di un professionista della salute mentale, ma vuole offrire spunti di riflessione e sensibilizzazione su un tema di grande importanza sociale. Se sospetti che una bambina, un bambino o una persona adulta siano vittime di violenza domestica, o se tu stessa o tu stesso stai vivendo una situazione di abuso, chiedi aiuto a professionisti, centri antiviolenza o servizi di supporto specializzati. Parlare è il primo passo per spezzare il silenzio e trovare una via d’uscita.”