Cultura psicologica

Educare alle emozioni: perché a scuola non si insegna a gestire le emozioni?

L’educazione emotiva è un aspetto fondamentale dello sviluppo umano, eppure, nelle scuole, si continua a dare priorità solo alla didattica tradizionale, ai voti e alla performance, mettendo in secondo piano la relazione, l’ascolto e il benessere emotivo di bambine e bambini. Perché ancora non esiste un’educazione emotiva a scuola? Quali sono le conseguenze di questa mancanza? E cosa possiamo fare per cambiare questa situazione?

L’importanza dell’educazione emotiva

Fin da piccole e piccoli, impariamo a leggere, scrivere e contare, ma raramente ci viene insegnato a riconoscere e gestire le nostre emozioni. Eppure, la capacità di comprendere e regolare le emozioni è essenziale per il benessere psicologico e sociale. Numerosi studi dimostrano che le persone con una buona intelligenza emotiva hanno maggiori probabilità di costruire relazioni sane, affrontare le difficoltà con resilienza e avere successo nella vita personale e professionale.

L’educazione emotiva aiuta bambine, bambini e adolescenti a:

✔ Riconoscere e comprendere le proprie emozioni.
✔ Esprimerle in modo sano e costruttivo.
✔ Gestire lo stress e i conflitti.
✔ Sviluppare empatia e capacità relazionali.

Se queste competenze venissero insegnate fin dall’infanzia, la nostra società sarebbe certamente più empatica e meno violenta.

Perché la scuola ignora l’educazione emotiva?

La mancanza di un’educazione sistematica alle emozioni nelle scuole dipende da diversi fattori:

Un sistema educativo obsoleto. Il sistema scolastico attuale è stato progettato per rispondere alle esigenze di un mondo ormai superato. È ancora incentrato sull’accumulo di conoscenze e sulla valutazione delle competenze cognitive, tralasciando l’intelligenza emotiva e sociale.

Il pregiudizio culturale sulle emozioni. Per molto tempo, emozioni come la tristezza, la rabbia o la paura sono state considerate segni di debolezza. Ancora oggi, si tende a privilegiare l’intelligenza razionale a discapito dell’intelligenza emotiva. Questo pregiudizio porta a minimizzare l’importanza delle emozioni nell’educazione.

La formazione inadeguata di insegnanti ed educatrici/educatori. La maggior parte delle insegnanti e degli insegnanti non ha ricevuto una formazione specifica in educazione emotiva. Di conseguenza, spesso non dispone né degli strumenti adeguati né della libertà necessaria per affrontare queste tematiche in classe, trovandosi in difficoltà quando bambine e bambini manifestano emozioni forti o disagio psicologico.

L’idea che la gestione delle emozioni sia un compito familiare. Si tende a pensare che l’educazione emotiva sia un compito esclusivo della famiglia. Ma non tutte le famiglie hanno le competenze e gli strumenti per insegnare a bambine e bambini come riconoscere e gestire le proprie emozioni.

Le conseguenze di questa lacuna educativa.

La mancanza di educazione emotiva ha conseguenze significative sullo sviluppo individuale e collettivo. Tra le principali possiamo evidenziare:

Difficoltà nel gestire lo stress e l’ansia. Senza strumenti per affrontare le proprie emozioni, molte persone sviluppano strategie disfunzionali come la repressione emotiva, l’isolamento o comportamenti aggressivi.

Maggior rischio di problemi di salute mentale. Ansia, depressione, disturbi psicosomatici e difficoltà relazionali spesso hanno origine in una scarsa alfabetizzazione emotiva. Insegnare a gestire le emozioni può prevenire molti di questi problemi.

Difficoltà nelle relazioni sociali. L’incapacità di esprimere le emozioni in modo adeguato può creare incomprensioni e conflitti nelle relazioni interpersonali, sia in famiglia che a scuola o sul lavoro.

Aumento del bullismo e della violenza. Molti episodi di bullismo nascono dalla difficoltà di alcune persone a riconoscere e gestire la rabbia, la frustrazione o l’insicurezza. Un’educazione emotiva efficace ridurrebbe notevolmente questi fenomeni.

Si può davvero cambiare qualcosa?

Sì, e il cambiamento deve partire da noi. Insegnare a riconoscere e gestire le emozioni non è una questione secondaria, ma una necessità concreta. Le scuole possono fare molto, a partire da semplici iniziative:

Formare il personale scolastico, affinché insegnanti, educatrici ed educatori abbiano strumenti per affrontare il tema in classe.
✔ Inserire l’educazione emotiva nei programmi scolastici, attraverso attività pratiche e momenti di condivisione.
✔ Utilizzare strumenti innovativi, come storie, giochi, film e tecnologie digitali per stimolare il dialogo sulle emozioni.
Creare uno spazio sicuro per il dialogo, dove bambine e bambini possano esprimersi senza paura di essere giudicati.
Coinvolgere le famiglie, per rendere l’educazione emotiva un lavoro di squadra tra scuola e casa.

Bastano piccoli passi, gesti quotidiani, parole diverse nel modo di comunicare con le nuove generazioni. L’educazione emotiva non è un lusso o un dettaglio da aggiungere se c’è tempo: è la base per crescere persone più consapevoli, più felici e più capaci di affrontare la vita con equilibrio.

Imparare nozioni è importante. Ma imparare a comprendere se stesse e se stessi, e chi ci sta accanto, lo è ancora di più.